Vive la chiesa di San Carlo Borromeo a Lugano - da: artevarese

Una chiesa che si distingue grazie all’abnegazione dei suoi confratelli

Una chiesa viva quella di San CarloBorromeo a Lugano, che attraverso le mostre e gliincontriorganizzatidalla Confraternita, tiene vivo lo spirito dei fedeli. Il Priore, Gianfranco Guido Baumann, racconta come:
«la confraternita èpraticamente rinata daotto anni: nel duemilaundici morì il mio predecessore, vegliardo, a novantasette anni ed era rimasto un soloconfratello.
Anche isacerdoti si preoccuparono della continuità in onore di San Carlo Borromeo, che risulta essere anche il Compatrono della diocesi del Ticino ediLugano,figura importantissima per la nostra fedecattolica. Lui, grandissimo rivoluzionario dell’epoca, operò per la Controriforma in Italia e in questi territori, a quei tempi possedimentideglisvizzeritedeschi. Non sempre amato, anzi moltocriticato, è sopravvissuto anche ad un attentato.
Nel duemilaundici erarimasto unsoloconfratello ma abbiamo cominciato a fare cambiamenti, a darci da fare, per ripulire tante faccende stantie accumulate nel corsodei decenni. Abbiamoripulito la sagrestia e, alpianosuperiore, un magazzino. Abbiamo ripristinato le cerimonie religiose che erano state messe in disparte: ad esempio, durante l’estate, non sicelebrava più la messadurante i giorni feriali; ilmioobiettivo, non potendo celebrare la messa, è stato quello di convincere i sacerdoti. Ora la messa è a mezzogiorno e dieci, un orario che vienemolto apprezzato dallepersone che hanno lapausalavorativa: mentre mangiano un panino e bevono una coca cola sentono il bisogno di un momento spirituale e vengono a celebrare messa. Da unconfratellorimasto, adesso siamo circa ad un centinaio.
Un’altra soddisfazione èquella di avere confratelli di diversi ceti sociali, non solo locali, ma anche internazionali:per esempio abbiamo dei confratelli inPolonia,nelCamerun e in Brasile; persone che si sono avvicinate alla Fedeperché questa è davvero una chiesaadesso: magari povera o pococonosciuta ma dovesiprega moltissimo.
Nonè compito della chiesa vantare le proprie opere d’arte e d’altra parte, qui a Lugano, abbiamo altre opere monumentali di maggiore pregio…Noinondiamoimportanza alle opere d’arte, che effettivamente però abbiamo, diamo più importanza alla preghiera. L’opera d’arte è un complemento, forse un particolare che mi piace osservare nel corso deisecoli,neinostri quattrocento anni di esistenza. Tra l’altro era nellospirito di San Carlo Borromeo, come nel nostro spirito moderno, attuare cambiamenti: anche per gli arredi sacri…e questo secondomeèproprio lo spirito che deve continuare anche nell’arte, il sacro da riprodurre oproporre anche nei quadri di autorimoderni».